20 years ago, cycling to Pinerolo

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Il pinerolese, per chi arriva in bici da Torino, è una ricca rete di percorsi per tutti i gusti: pianura, collina, montagna. La rete ciclabile, realizzata negli anni ’90 su stradine secondarie, esiste ancora, ed è ben documentata: http://www.marcapinerolese.it/

Chi voleva poteva andare oltre Pinerolo. Il pinerolese è una porta per altri territori molto adatti al cicloturismo: il saluzzese e la valle Po, le valli Pellice, Germanasca, Chisone.

Vent’anni fa, arrivare in bici da Torino a Pinerolo era semplice: la Stupinigi – Pinerolo era uno dei percorsi ciclabili più famosi del Piemonte: http://www.arpnet.it/becana/cicloturismo/itinerari/cicl_stupinigi_pinerolo.htm (anche se, dopo la realizzazione dell’autostrada, le indicazioni per la ciclabile sono sparite: oggi chi non la conosce non la trova).

E per chi voleva risparmiare un po’ di fatica per potersi spingere oltre Pinerolo, bastava prendere il treno, scendere dove si voleva e iniziare a pedalare.

Non è più così.

La decisione insensata di non permettere più il trasporto delle bici sui treni della linea Chivasso – Pinerolo (frutto di una delle scelte della giunta Cota per la riduzione della rete ferroviaria locale in Piemonte) ha reso quasi impossibile l’accesso al pinerolese per i cicloturisti torinesi. Almeno per quelli non abbastanza allenati per reggere ottanta chilometri al giorno.

Peccato. Perché negli ultimi anni, per merito delle amministrazioni locali, della ex provincia e della stessa regione, la rete ciclabile dell’area a sud ovest di Torino è migliorata.

L’ex ferrovia Airasca-Saluzzo-Cuneo è stata parzialmente trasformata in ciclabile, almeno fino a Moretta (via delle Risorgive). Anche un’altra linea abbandonata, la Bricherasio-Barge, potrebbe diventare tutta percorribile, aprendo un’altra strada verso il saluzzese.

Il potenziale per lo sviluppo del cicloturismo a sud di Torino c’è. Ma senza il trasporto delle bici sui treni, rimane bloccato. E mentre le altre regioni del nord Italia si danno da fare per attirare i cicloturisti europei nei propri territori, il Piemonte purtroppo resta indietro.

Basterebbe poco. Basterebbe fare come in Trentino-Alto Adige, in Veneto, in Friuli: IMG_20160729_173125

(linea regionale Trieste – Udine – Tarvisio: frequenza oraria, 4 vagoni, 32 posti bici, spaziosi e funzionali). O come la regione Liguria (e altre regioni in Italia), che per agevolare il turismo permette il trasporto gratuito delle bici sui treni.

Basterebbe poco, ma va fatto, se si vuole davvero incentivare il cicloturismo.

Le società che forniscono Trenitalia (Alstom, Hitachi) concordano gli allestimenti dei treni con le singole regioni. E allestire treni per permettere il trasporto delle bici non ha costi superiori agli altri tipi di allestimento. Basta volerlo, Regione Piemonte.